The Perspective of a Blind Eye
“The specific pre-appearance which art shows is like a laboratory where events, figures and characters are driven to their typical, characteristic end; this essential vision of characters and situations, inscribed in every work of art, presupposes possibility beyond already existing reality.”
“The specific pre-appearance which art shows is like a laboratory where events, figures and characters are driven to their typical, characteristic end; this essential vision of characters and situations, inscribed in every work of art, presupposes possibility beyond already existing reality.”
(Ernst Bloch)
The point of departure for the exhibition is the collective endeavour to understand the local through the prism of the “other”. The Perspective of a Blind Eye, an exhibition project resulting from a one month residency of two Czech and one Slovak artist at Casa Masaccio, aims to comprehend and analyze the indigenous in order to scrutinize and elaborate on subjects connected to local modes, mechanisms and dynamics of contemporary life in the area.
Although the exhibition presents a different perspective up on local phenomena, it escapes the implementation of a definite and reductive understanding of local reality. Works introduced in the show should thus be perceived as a series of subjective impressions and personal points of view. Even though respective artists have conducted their own research and employed strategies characteristic for their artistic practice, the exhibition as whole should be understood as a collective project, where particular approaches meet and construct a “fragmented” view up on local reality.
Among other, works in the exhibition reflect up on subjects of urbanism, social modes of behaviour, inter-communal relations and various seemingly marginal specifics, characteristic for the area. While the process of mirroring the local plays a vital part in introduced works, the continuous awareness of the prospect of misinterpretation, paired with the sense of the “other” operating within the local, further stimulates the dialogue with the local public, initiated in the process of exploiting the project. This dialogical relationship with the audience aims to revise the position of the spectator; from passive observer to active mover. Only through this process of empowering the (local) public, can the perspective of the “other” embody a sense of value and “create possibility beyond already existing reality”.
LA PROSPETTIVA DI UN OCCHIO CIECO
"La specifica pre-apparenza che l'arte mostra è come un laboratorio in cui eventi, figure e personaggi sono guidati al loro tipico, caratteristico fine; questa visione essenziale di personaggi e situazioni, inscritta in ogni opera d'arte, presuppone altre possibilità oltre la realtà già esistente. "
(Ernest Bloch)
Il punto di partenza per la mostra è il tentativo collettivo di comprendere il locale attraverso il prisma dell'"altro". La prospettiva di un occhio cieco, un progetto espositivo frutto della residenza di un mese a Casa Masaccio di due artiste ceche e di uno slovacco, mira a comprendere e analizzare gli abitanti del luogo al fine di verificare e approfondire temi legati alle abitudini locali, ai meccanismi e alle dinamiche della vita contemporanea della zona.
Anche se la mostra presenta una prospettiva differente sui fenomeni locali, essa rifugge l'implementazione di una conoscenza precisa e riduttiva di talerealtà. Le opere presentate nella mostra dovrebbero perciò essere percepite come una serie di impressioni soggettive e di punti di vista personali.Anche se gli artisti di questi paesi hanno condotto la propria personale ricerca e utilizzato le strategie caratteristiche della loro pratica artistica, la mostra, nel suo complesso, dovrebbe essere intesa come un progetto collettivo, in cui approcci particolari si incontrano e costruiscono una visione "frammentata" della realtà locale.
Tra i tanti temi toccati, le opere in mostra riflettono sull’urbanistica, sulle modalità di comportamento sociale, sui rapporti tra le comunità e su specificitàapparentemente marginali, caratteristiche della zona. Mentre il processo di riflettere il locale gioca un ruolo vitale nelle opere presentate, la continua consapevolezza della possibilità di una errata interpretazione, insieme con il senso dell’"altro" che è tipico della dimensione locale, stimola ulteriormente il dialogo con il pubblico locale, avviato nel processo di valorizzazione del progetto. Questo rapporto dialogico con il pubblico si propone di rivedere laposizione dello spettatore, da osservatore passivo a protagonista attivo. Solo attraverso questo processo di potenziamento del (locale) pubblico, puòfar si che la prospettiva dell '"altro" incarni un senso di valore e "crei possibilità oltre la realtà già esistente".